giovedì 26 novembre 2009

C-130, giallo su cause

Il contenuto delle due scatole nere, alcune testimonianze; e, anche, gli elementi dei piani di volo. La procura e la commissione d'inchiesta dell'Aeronautica Militare stanno incrociando dati e indizi per ricostruire come e perché a Pisa un C130J si è schiantato durante un volo militare di addestramento, provocando cinque vittime: tre piloti e due assistenti al carico. Le conversazioni fra l'equipaggio e la torre di controllo potrebbero invece non risultare utili: "Probabilmente - ha spiegato il comandante della base pisana, il generale di brigata Stefano Fort - l'equipaggio non ha avuto il tempo di chiedere aiuto o di segnalare l'emergenza. L'aereo era in volo da pochi secondi".

La prossima settimana sarà nominato il perito che dovrà 'leggere' le due scatole nere, che registrano le conversazioni in cabina e lo stato di 'salute' del velivolo. Intanto, emerge qualche elemento: alle cloche del C130J c'era l"istruttoré, il maggiore Bruno Cavezzana, 40 anni, comandante del volo, e, probabilmente, il tenente Salvatore Bidello: con i suoi 30 anni, era il più 'anziano' fra i due allievi pilota che Cavezzana stava addestrando. L'altro era Gianluca Minichino, 28. Il procuratore di Pisa, Ugo Adinolfi, nel pomeriggio ha incontrato il colonnello Giuseppe Gimondo, che guida la commissione d'inchiesta dell'aeronautica. "Verificheremo tutti gli standard di sicurezza dell'aereo - ha spiegato il magistrato - anche se risulta che aveva appena effettuato la manutenzione senza evidenziare particolare anomalie". In mattinata, il ministro della difesa, Ignazio La Russa, è arrivato in volo a Pisa per incontrare i familiari delle vittime. E'stato un faccia a faccia riservato: attorno a mogli, figli e genitori è stato eretto uno scudo protettivo. In questi giorni, ad assisterli c'é anche un team di psicologi. "Parlando a voi - ha detto La Russa ai militari della base - sento l'orgoglio di parlare alla parte migliore della Nazione, a chi antepone la propria vita al servizio a cui è chiamato".

Nessuna ipotesi sulle cause dell'incidente. "Si trattava di una fase di addestramento molto avanzata - ha detto il ministro - Può essere successa qualunque cosa, da un problema tecnico a una non perfetta sincronia fra i due piloti, che erano persone molto esperte". Nessuno di loro era alle prime armi: anche i due allievi piloti avevano alle spalle ore e ore di volo. Il presidente dell'Anavafaf (associazione che assiste i familiari delle vittime nelle Forze armate) Falco Accame, invece, parla di possibile "cedimento di un motore". Il C130j è caduto a pochi metri dall'aeroporto. Ma dalla base miliare spiegano che i piani di volo sono studiati per evitare rischi alla popolazione. Mentre il Comune ribadisce che la 46/a brigata aerea è un "patrimonio della città". I funerali dovrebbero svolgersi nel Duomo di Pisa, probabilmente non prima di sabato. Intanto, nella base l'attività torna a regime. Senza paure. Un collega delle vittime, il maggiore Daniele Gaboli, ha avuto la forza di raccontare l'umore dei piloti. "Su quell'aereo potevo esserci anch'io. Nessun volo è di routine, ma non ho paura di volare ancora. E' un lavoro pericoloso ma vale la pena farlo".


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